rendering 3d in 7 semplici step
RENDERING FOTOREALISTICI
E Rendering fotografico
Con le parole rendering fotorealistici intendiamo una serie di tecniche più o meno sofisticate per visualizzare un disegno 3D. A seconda della tecnologia usata possiamo creare un semplice disegno o una vera immagine fotorealistica indistinguibile da una vera fotografia. Il disegno tridimensionale o 3D, negli anni si è sempre più evoluto e si divide prettamente in due categorie: il disegno CAD di valenza più ingegneristica dove si progettano i pezzi per poi costruirli meccanicamente e il disegno 3D più legato alle immagini dove vengono creati dei rendering fotorealistici dei filmati usati per pubblicità o film.
RENDERING FOTOGRAFICO:
STEP PRINCIPALI
L’immagine che andiamo a creare, o che sia di un oggetto o di un ambiente reale, o che sia di un parto della nostra fantasia, deve essere senza artefatti e assolutamente fotorealistica. Per arrivare ad un risultato perfetto, oltre ad avere tanta esperienza e abilità, dobbiamo seguire i seguenti passi:
1. Modellazione: nella creazione di un rendering fotografico, il primo passo è quello di creare gli ‘oggetti’ che andranno a comporre la nostra realtà virtuale. Ogni oggetto, viene scomposto in tanti pezzi più semplici che vengono disegnati in 3 dimensioni con un apposito programma di modellazione. Per modellare un oggetto si usano varie tecniche e molte di queste provengono direttamente dal mondo reale. Se devi creare una bottiglia, un bicchiere o un vaso, usi lo strumento rotazione che lavora allo stesso modo dei torni reali.
Se devi creare un piano di un tavolo o un ingranaggio, parti dal disegno bidimensionale e lo estrudi con un processo molto simile alla trafilatura che si usa, ad esempio, per produrre la pasta. Unendo i vari componenti base, saldandoli tra di loro, smussandoli e piegandoli, creiamo qualsiasi oggetto con l’unico limite della nostra fantasia.
2. Creazione dei materiali: per creare rendering fotorealistici particolare attenzione dobbiamo dare alla creazione dei materiali. Ogni materiale ha delle sue caratteristiche intrinseche. Le principali sono:
Trasparenza: la maggior parte degli oggetti sono opachi, tecnicamente si dice che riflettono completamente la luce. Altri come il vetro hanno una grado di trasparenza più o meno alta.
Ruvidità: chiudiamo gli occhi e passiamo la mano su dei materiali. Ognuno ha una porosità e anche un attrito differente. Il parametro che impostiamo per simularlo in un programma di rendering fotografico si chiama ruvidità.
Riflessione: quanto un materiale riflette la luce e tutto quello che gli sta intorno? La riflessione è forse più di tutte la caratteristica che rende un rendering fotorealistico, perché è il parametro che lo fa maggiormente interagire con gli altri oggetti presenti nella scena. In uno specchio vediamo riflesso tutto quello che c’è attorno, ma con gradi diversi questo succede anche con i metalli, le plastiche e tantissime altre tipologie di materiali.
Diffusione: quando una fonte di luce batte su un oggetto, si può diffondere in maniera più o meno morbida. Una lampada che illumina un muro creerà un alone di luce più o meno netto a seconda della distanza ma sempre molto morbida. In una plastica molto liscia o su vetro, la fonte di luce sarà molto più visibile e ne possiamo intuire la forma precisa cosi da avere degli ottimi rendering fotorealistici.
Colore: spesso i materiali sono divisi in famiglie che condividono le caratteristiche che abbiamo indicato in precedenza. Ad esempio se ho creato un materiale Oro, questo condivide tutte le caratteristiche con l’Argento o con il Rame, basterà cambiare il colore da giallo a grigio o ad un marrone che tende al rosso per creare gli altri due materiali.
Rilievo/Texture: questi due parametri vanno insieme perché, anche se nei programmi di rendering fotorealistici sono separati, essi sono spesso strettamente collegati. La texture è il disegno del materiale che vado a simulare mentre il rilievo è il cambiamento di spessore dello stesso. Hanno una texture tutti i tessuti stampati o ricamati, il legno, le mattonelle e tutti i materiali che non sono tinta unita. In alcuni casi, come la stampa di un tessuto, non cambia il rilievo del materiale, mentre in un ricamo cambia sicuramente. Anche il disegno di un legno grezzo o di una mattonella cambiano il rilievo del materiale, normalmente il cambiamento del disegno cambia anche lo spessore dello stesso.
3. Assegnazione dei materiali per rendering fotorealistici: i materiali e gli oggetti creati, devono essere associati. Un unico oggetto, ad esempio un piano di una scrivania, può essere trasformato in legno o in cristallo a seconda dell’esigenza del lavoro.
4. Stage: in inglese la parola stage indica il palcoscenico del teatro. In un programma di rendering fotorealistici, usiamo la parola stage quando creiamo la nostra scenografia che andremo poi a renderizzare. In uno stage creiamo dei veri e propri ambienti virtuali. Usando gli oggetti precedentemente creati, realizziamo intere stanze con mura mobili e suppellettili, che dopo il processo di render saranno indistinguibili da un ambiente reale.
5. Luci: il nostro occhio non vede gli oggetti, ma vede la luce riflessa. Questa è la prima cosa che si impara quando si approccia al mondo del rendering fotografico. Banalmente niente luce niente oggetti, così nella vita reale ma molto più in quella virtuale. In un programma di rendering fotorealistici abbiamo la possibilità di simulare la luce del sole in orari e periodi dell’anno precisi, possiamo anche creare fonti di luce di ogni colore, dimensione e potenza.
6. Telecamera: un programma di render fotorealistici realizza singoli scatti fotografici o anche piccoli filmati. Possiamo simulare ogni tipo di macchina fotografica e ogni tipo di obiettivo esistente e regolare tutti i parametri per avere uno scatto assolutamente in linea con quello che ci siamo proposti.
7. Rendering: la renderizzazione è il processo finale in cui viene creata l’immagine. Il computer calcola per ogni punto con quale angolazione e forza arriva la luce e come si riflette sul materiale. Questo processo a seconda del numero di oggetti e di luci, può durare da qualche decina di minuti a qualche decina di ore.
CONCLUSIONE
All’interno della Canali Studio usiamo rendering fotorealistici per tre distinti motivi
- Creiamo degli ambienti completamente virtuali per pubblicizzare prodotti dei nostri clienti.
- Creiamo degli ambienti virtuali in cui andiamo ad inserire un prodotto reale fotografato nella nostra sala pose.
- Creiamo dei prototipi virtuali di prodotti non ancora esistenti per delle campagne pubblicitarie o semplicemente per far valutare al nostro cliente, prima della realizzazione fisica, se il prodotto può essere valido senza spendere i soldi del prototipo reale.
- Ecco dei consigli su alcuni software per fare dei rendering fotorealistici in modo semplice.
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